La voce è, per coloro che la usano a fini artistici e professionali, un bene prezioso che deve essere costantemente monitorato e curato, in modo da migliorarne sempre di più l'utilizzo e le prestazioni. A tale scopo è importante potersi affidare a specialisti dotati di grande esperienza, in grado di studiare tecniche diagnostiche e terapie riabilitative specificamente dedicate ai settori artistico e professionale, dei quali conoscono tutte le dinamiche.
Presso le strutture in cui opero, a Milano, cantanti, attori, speaker, presentatori, doppiatori e molti altri professionisti potranno contare, inoltre, su una consulenza specifica, studiata in base alle diverse casistiche e a ogni singola esigenza, a proposito di tutti quegli accorgimenti e quelle tecniche che è importante adottare per tutelare la propria voce e il proprio apparato vocale.
Il mondo della voce artistica è affascinante per un professionista medico, poiché permette l’incontro dell’arte con la scienza. Nell’antichità il confine tra il mondo scientifico e quello umanistico era pressoché inesistente, coloro che praticavano la medicina erano spesso esperti in filosofia e scienza dell’anima. A quei tempi la medicina era considerata un’arte a tutti gli effetti, tanto che ancora oggi, in determinati contesti, si suole parlare di “arte medica”. Con l’avvento della modernità ed in seguito allo sviluppo del pensiero scientifico occidentale, a partire da Cartesio in poi, lo studio del corpo umano è stato affrontato in modo sempre più autonomo rispetto a quello dell’anima e della mente, dimenticandosi che l’uomo è uno solo. La visione olistica è stata invece sapientemente conservata presso il pensiero orientale e ripresa nell’ambito della medicina naturale.
Il foniatra che si occupa di voce artistica deve confrontarsi con delle esigenze che sono spesso diverse da quelle del comune paziente che riferisce di avere un po’ giù la voce e di fare fatica a parlare. Le sue competenze devono andare oltre quelle studiate in ambito universitario, dove ha imparato l’anatomo-fisiologia della laringe, le patologie vocali e la loro cura. Deve comprendere il linguaggio utilizzato nel mondo dei cantanti e degli attori, che differisce da quello scientifico-accademico, capire che anche di fronte all’immagine di una laringe sana si può avere un disturbo nell’utilizzo di alcuni atletismi vocali che impattano pesantemente la performance e la qualità di vita dell’artista, gestire i problemi della vocalità nel massimo rispetto delle caratteristiche personali di ogni tipologia di voce, coordinare in modo efficace le diverse figure professionali che lo affiancano nella cura delle voci di attori e cantanti.
I disturbi della voce artistica possono essere inquadrati come disfonie (alterazioni della voce parlata) e/o disodie (alterazioni della voce cantata). Possono essere la conseguenza di lesioni organiche congenite o acquisite delle corde vocali (quadri organici) oppure di una gestione poco sana della voce (quadri funzionali) in assenza di lesioni visibili alla visione diretta delle corde vocali. Questa distinzione, utilizzata generalmente nel mondo foniatrico, non va intesa rigidamente: per esempio può accadere che l’artista affetto da una lesione organica (es. una cisti della corda vocale) attui delle strategie vocali di compenso per fonare che modifichino l’assetto della muscolatura e del vocal tract in modo da far fronte alla fragilità della voce in quel momento. Se tali meccanismi vengono mantenuti anche dopo che la malattia è stata risolta, si può configurare una disfonia o disodia funzionale con alterazione percettiva della voce. Viceversa, una disfonia o disodia funzionale può causare con l’andare del tempo l’insorgenza, per l’eccessivo traumatismo a carico delle corde vocali, di piccole lesioni, come i noduli o i polipi, da considerarsi a quel punto di tipo organico. Il foniatra non deve limitarsi all’esame visivo diretto delle corde vocali, ma deve sempre porre attenzione a come il soggetto gestisce la sua voce, per aiutarlo ad evitare gli eventuali comportamenti dannosi.
Fra i fattori che possono favorire l’insorgenza di quadri disfonici e disodici funzionali ci sono il surmenage (esagerato sforzo vocale per eccesso di utilizzo della voce) ed il malmenage (esagerato sforzo vocale per inadeguato uso della voce). Fra gli esempi di surmenage troviamo l’uso della voce da parte di operatori di call center e insegnanti, che trascorrono a volte l’intera giornata parlando senza adeguate pause di rifornimento, oppure da parte di quegli artisti che affiancano l’attività performativa a quella di insegnamento in cui fanno numerosi esempi pratici agli allievi senza risparmio per la propria voce. Fra gli esempi di malmenage possiamo annoverare coloro che utilizzano la voce in momenti a rischio, come la convalescenza dopo un episodio influenzale o durante un periodo di riacutizzazione allergica, gli urlatori, coloro che utilizzano della voce in un range frequenziale poco adatto alle proprie caratteristiche, l’abitudine al raclage (necessità di schiarire la voce), ecc. In questi casi il foniatra deve aiutare il professionista vocale a prendere coscienza degli atteggiamenti che vanno corretti. Non sempre è facile evitare il surmenage ed il malmenage, poiché i comportamenti a rischio sono spesso richiesti nell’ambito lavorativo (non si può privare il professionista vocale del sostentamento economico!). Occorre trovare in tali casi il miglior compromesso per limitare il più possibile i danni alla voce senza privare la persona delle opportunità professionali.