Giovanna Baracca Medico Audiologo e Foniatra

Giovanna Baracca - I disturbi

L’attenzione alla ricerca scientifica e alla didattica vocale

Da quando ho intrapreso gli studi di Medicina ho sempre considerato di primaria importanza l’attività di ricerca clinica. Anche in seguito, durante l’attività di clinico, non ho mai trascurato gli interrogativi che l’esperienza medica accanto al paziente mi pone, documentandomi continuamente attraverso le pubblicazioni scientifiche e la presenza ai Congressi nazionali ed internazionali. Ho collaborato e continuo a collaborare con varie università ed istituzioni a fini di ricerca, sia in Italia che all’estero (Milano, Pisa, Marsiglia), pubblicando i risultati su riviste internazionali ufficiali e presentandoli a numerosi congressi (European Laryngological Society, Pan European Voice Conference, Congresso della Società Italiana di Audiologia e Foniatria, ecc.). Sono infatti ben consapevole che l’interesse per questo aspetto della medicina può consentirmi sempre il miglior aggiornamento e la possibilità di proporre ai miei pazienti le soluzioni più moderne ed aggiornate. Accanto a tale attività, non trascuro l’aspetto della didattica, insegnando in accademia teatrale (Accademia dei Filodrammatici, Scuola del Piccolo Teatro), in conservatorio ed in altre istituzioni musicali.

In questa sezione vi illustro il sommario di alcuni degli studi scientifici (miei e di altri colleghi) sul tema della voce e dell’udito, che spero possano aiutarvi a conoscere i reali progressi attuali in tema di audiologia e foniatria. Gli stralci che troverete qui sotto provengono da riviste scientifiche indicizzate che sono gli strumenti ufficiali della comunità scientifica internazionale.
Spero che questa sezione vi sia utile per avvicinare l’universo della ricerca, talvolta considerato troppo “difficile”, alla vostra esperienza quotidiana!

Valutazione endoscopica foniatrica negli studenti di canto

Autori: Andrea Nacci, Giovanna Baracca, Salvatore O Romeo, Maria D Cavaliere, Maria R Barillari, Stefano Berrettini, Francesco Ursino, Bruno Fattori. Università di Pisa, Università degli Studi di Milano, Università di Napoli 2

In questo studio sono mostrati i risultati delle valutazioni stroboscopiche in un gruppo di 56 studenti di canto e di 60 soggetti non cantanti omogeni per età e sesso. Il 60.7% degli studenti di canto presentava aspetti patologici alla stroboscopia, contro il 20% dei controlli. In particolare si evidenziava il 35.7% con incompetenza glottica, il 16.1% con ipertono sovraglottico, il 17.9% con lesioni cordali organiche quali noduli e sulcus,il 14.3% con edema laringeo. La disparità, statisticamente significativa tra il gruppo di studio ed i controlli ha evidenziato la necessità di una valutazione foniatrica all'inizio del percorso pedagogico di canto.

Studio pubblicato su Journal of Voice nel 2019, Vol 33, pp 135-142.

Lo studio, che ha analizzato le corde vocali degli studenti di canto di scuole professionali e semiprofessionali, ha sottolineato l'importanza di effettuare una valutazione foniatrica all'inizio del percorso pedagogico, al fine di ottenere una sorta di certificato di buona salute dell'apparato fonatorio. Alla luce dell'alta prevalenza di problematiche laringee negli studenti di canto, le norme preventive fornite durante la visita foniatrica potrebbero evitare i successivi rischi di disfonia e disodia.

Valutazione translinguistica della disfonia: un confronto tra Francia e Italia 
Autori: Alain Ghio, Frederique Weisz, Antoine Giovanni, Franco Fussi, Giovanna Cantarella, Giovanna Baracca.
Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Laboratoire Parole et Langage, CNRS, Aix-Marseille University, France, AUSL Ravenna, Italy.

In questo studio foniatri e logopedisti francesi e italiani hanno valutato a livello percettivo lo stesso gruppo di voci disfoniche francesi e italiane per verificare se le caratteristiche della disfonia erano giudicate nello stesso modo nei due Paesi. Sono state registrate ed ascoltate 40 voci francesi e 27 voci italiane di soggetti adulti mentre leggevano un brano (in francese o in italiano a seconda della nazionalità). La valutazione è stata data mediante i parametri Global Grade of Dysphonia (G), Roughness (R), Breathiness (B) della scala GRBAS. Abbiamo riscontrato una similitudine nella valutazione del grado globale di disfonia, mentre si è visto che il parametro roughness sembra essere giudicato più severamente in Francia rispetto all’Italia.

Studio presentato al Convegno Interspeech a Firenze e alla Pan-European Voice Conference a Marsiglia, tenutisi nel 2011 e pubblicato su Logopedics, Phoniatrics, Vocology nel 2015.

In questo studio, effettuato insieme ai colleghi francesi dell’Università di Aix-Marseille, abbiamo voluto vedere se la voce è giudicata in fase di ascolto dagli addetti ai lavori in modo differente a seconda della lingua che si parla. Effettivamente, benchè globalmente il grado di disfonia (la gravità di alterazione della voce) sia stato giudicato in modo simile in entrambi i Paesi, qualche caratteristica della voce è stata considerata diversamente. In particolare la roughness (grado di raucedine) è stata valutata più severamente in Francia, come se gli Italiani si fossero rivelati un po’ più tolleranti alla voce rauca. Tale effetto potrebbe essere dovuto al fatto che la pronuncia dei vocaboli in lingua italiana contiene di per sé un quantitativo di emissione vocale roca maggiore rispetto a quella della lingua francese, instaurando una sorta di abitudine a questa caratteristica nell’ascoltatore italiano. Gli studi translinguistici risultano molto interessanti per comprendere come analizziamo la voce e potrebbero essere utili nello studio dell’emissione vocale cantata, per comprendere se vi siano differenze nell’impatto della lingua all’orecchio dell’ascoltatore.

Validazione della versione italiana del Singing Voice Handicap Index.
Autori: Giovanna Baracca, Giovanna Cantarella, Stella Forti, Franco Fussi
Estratto dall’abstract

Quella dei cantanti costituisce una popolazione particolarmente sensibile alle problematiche vocali, che hanno un elevato impatto sulla loro qualità di vita. Nel 2007 Coen e coll. Hanno creato e validato un questionario specifico, il Singing Voice Handicap Index (SVHI), in grado di misurare l’impatto fisico, emotivo, sociale ed economico di un problema vocale sulla vita di un cantante. L’obiettivo di questo studio è validare la versione italiana del SVHI per i cantanti. La versione tradotta del SVHI è stata somministrata a 214 cantanti, di cui 100 lamentavano un problema vocale. Insieme al questionario è stata effettuata una visita foniatrica corredata di videolaringostroboscopia. Lo score totale del SVHI nei cantanti sani è risultato significativamente più basso rispetto a quello dei cantanti con un problema alle corde vocali (p>0.001, t-test). La versione italiana del SVHI è stata validata come strumento appropriato in termini di consistenza interna e affidabilità nell’autovalutazione del livello di handicap relativo ad un problema vocale nel cantante.

Studio pubblicato su European Archives of Oto-rhino-laryngology and Head and Neck nel 2014.

Con questo studio ci siamo posti l’obiettivo di avere finalmente a disposizione uno strumento affidabile per valutare quanto la disfonia possa soggettivamente incidere sulla vita di un cantante, a livello fisico, emotivo, sociale ed economico. Si tratta di un questionario semplice, tradotto in italiano e coerente con il corrispettivo inglese, che il cantante compila, fornendo indicazioni precise di quanto avere un problema di voce gli crei disagio. Sappiamo bene quanto talvolta in foniatria un problema di disfonia necessiti di trattamento sulla base del fastidio soggettivo arrecato al paziente: nel professionista vocale questo concetto è amplificato, pertanto è opportuno servirsi di uno strumento soggettivo, ma validato statisticamente, che fornisca una informazione chiara in merito.

Valutazione della disfonia da lesioni delle corde vocali attraverso gli indici acustici ed aerodinamici: un’analisi multivariata
Autori: Giovanna Cantarella, Giovanna Baracca, Lorenzo Pignataro, Stella Forti
Abstract

Obiettivo dello studio è stato identificare gli indici acustici ed aerodinamici che permettono la distinzione tra corde vocali sane e corde vocali con una lesione benigna. 53 soggetti affetti da disfonia causata da una lesione cordale benigna sono stati confrontati con un gruppo di soggetti con voce sana. La valutazione ha compreso misurazione del tempo massimo fonatorio (MPT), valutazione percettiva con GRB, e test di acustica e di aerodinamica. Quasi tutti ì parametri sono stati significativamente differenti nei due gruppi. MPT, Indice di Efficienza Glottica e Shimmer permettevano inoltre una buona discriminazione tra una voce disfonica e una voce sana, sottolineando l’importanza di una valutazione multidimensionale per l’analisi oggettiva della voce.

Studio pubblicato su Logopedics, Phoniatrics, Vocology nel 2011.

Questo studio ha cercato di chiarire se, al di là della visita foniatrica tradizionale con l’esame videolaringostroboscopico delle corde vocali, potessero essere utili altri test della voce, come l’analisi acustica (per es. vocaligramma) e quella aerodinamica (per es. la misurazione della pressione sottoglottica) per favorire una diagnosi precisa in caso di patologie benigne delle corde vocali come i noduli, i polipi o le cisti. Confrontando due gruppi di soggetti, uno con disfonia, cioè voce alterata per la presenza di un problema alle corde vocali e l’altro con voce sana, abbiamo visto che queste analisi davano esiti differenti. Questo significa che questi test possono realmente dare informazioni utili al foniatra circa le condizioni vocali di un individuo e che è importante arricchire la visita foniatrica almeno con alcuni di questi test. Particolarmente indicativo di voce sana è apparso il tempo massimo fonatorio (MPT), cioè la durata di una vocale tenuta a voce di conversazione dopo un’inspirazione massimale (nelle donne dovrebbe essere di almeno 12 secondi, negli uomini di almeno 15 secondi).

Risultati del trattamento TRT per acufeni a 18 mesi: la nostra esperienza
Autori: Giovanna Baracca, Stella Forti, Andrea Crocetti , Enrico Fagnani, Alberto Scotti, Luca Del Bo, Umberto Ambrosetti
Estratto dall’abstract

Il disturbo da acufene affligge circa il 20-30% della popolazione e, per un soggetto su cento, costituisce un disturbo invalidante. Il trattamento TRT (Tinnitus Retraining Therapy) si basa sul modello neurofisiologico di P.J. Jastreboff descritto in letteratura all’inizio degli anni ’90. Attraverso il counselling al paziente e la terapia del suono mediante dispositivi acustici dedicati esso si è dimostrato efficace nell’eliminare o ridurre il fastidio correlato all’acufene. In questo studio, volto a valutare l’efficacia della TRT, si analizzano i dati ricavati dalla somministrazione del questionario della Emory University a un campione di 51 soggetti con acufene appartenenti alle classi I-II-III-IV secondo Jastreboff, sottoposti a trattamento TRT per 18 mesi. I livelli di disturbo in questi soggetti nei momenti di concentrazione, sonno, relax e lavoro si sono ridotti in modo importante, la qualità della propria vita è migliorata e i problemi generali relativi all’acufene si sono ridotti.

Studio pubblicato su International Journal of Audiology nel 2007.

Quello degli acufeni è un mondo complesso e a tratti oscuro per i pazienti che ne sono affetti. Trattandosi di un sintomo e non di una malattia, esso viene spesso considerato la “tomba dell’otorino” per l’assenza di terapia farmacologica rapida ed efficace. Ma proprio perché si tratta di un sintomo derivante da un vero e proprio sbilanciamento nell’attività elettrica dei neuroni uditivi, occorre da parte del medico la profonda conoscenza delle cause e dei meccanismi di insorgenza di questo fenomeno al fine di proporre un trattamento efficace per la cura dei pazienti affetti. Da decenni la TRT (Tinnitus retraining therapy) ha dimostrato, dati scientifici alla mano, la sua validità nel ripristinare la percezione corretta degli stimoli uditivi da parte del paziente con la conseguente netta diminuzione della presenza invalidante dell’acufene e questo studio ne è stato un’ulteriore conferma.